sabato 13 giugno 2015

GIOCARE  A SCACCHI CON LA STORIA


Castrum romano, invaso poi da Ostrogoti, Goti, Longobardi, Franchi e Ungari, Marostica è celebre anche per le sue numerose varietà di ciliege IGP, succose e saporitissime... 
E per cos'altro? Ah, già, per la Storica Partita a Scacchi!
Marostica, controllata inizialmente dagli Ezzelini (1140-1263),  passata sotto il controllo dei Carraresi signori di Padova, divenne  Scaligera.
Nel 1454, anno di origine della disfida degli Scacchi, era  da tempo fedelissima a San Marco.   La giovane Lionora, figlia di Taddeo Parisio castellano di Marostica, ammaliò due nobili cavalieri: Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonata. Non potendo sfidarsi a duello — Tad­deo Parisio lo impediva — i due si contesero l’amore di Lionora giocando a scacchi.  
Si stabilì che il vincitore avrebbe spo­sato la donna e Io sconfitto avrebbe avuto la mano della sorella minore del­la giovane, Oldrada ( sarà stata più o meno bella della maggiore? Dal nome nulla possiamo capire, speriamo per il perdente non fosse...onomatopeico!)
Il castellano di Marostica decise che l’incontro si svolgesse in giorno di festa nella piazza del Castello da Basso, con pezzi viventi. E così la piazza si animò per la singo­larissima disfida, rinnovata anche oggi ogni due anni, con tribune e tifo da stadio ( sempre che il malcapitato spettatore non becchi la visuale dimezzata dal Pilon quattrocentesco col leone di San Marco!)
Marostica - dopo Soave - è la seconda città murata che s'incontra venendo da Ovest, nel Veneto corrusco e ricco d'armonia.
Il Castello "Inferiore" fu voluto da Cangrande della Scala, nel 1340, men­tre nel 1372 il suo successore Cansignorio pone la prima pietra della cinta muraria. È il 1503 quando il Castello superiore viene ricostruito, ma gli stessi venezia­ni che lo riedificano non esitano a de­molirlo per scacciare gli Ungari.  Come per Soave, la cinta muraria che allaccia il Castello Inferiore alla rocca superiore, si appoggia armoniosamente alla collina.



LUCREZIA BORGIA,  LE LETTERE CIFRATE E LA ROCCA DELLA STELLATA
 


Duchessa di Ferrara, la figlia di Papa Alessandro VI Borgia  fu attenta amministratrice e animosa patriota del ducato estense, tanto che quando le truppe della Serenissima invasero il territorio di Bondeno, Lucrezia scrisse con un cifrario tutto personale una lettera al duca suo marito Alfonso I D'Este. L'alfabeto usato era un mistoche si richiamava al greco, al fenicio, all'ebraico ed al  latino: tutti segni di fantasia però, tanto che ci sono voluti vent'anni per decifrare la lettera (e- storia nella storia -ci è riuscita la famiglia salentina Palma, padre astrofisico, figlio matematico, figlia classicista). La lettera misteriosa conteneva un messaggio accorato della duchessa che comunicava al marito la caduta della Roccaforte della Stellata in mano ai Veneziani. Il duca rispose con un'altra lettera cifrata (cifrario standard degli Estensi) di non preoccuparsi che gliel'avrebbero fatta vedere loro ai Veneziani.
Ed in fatti fu così, Alfonso I  aveva la migliore artiglieria ed ebbe successo nel riconquistare questo particolarissino avanposto, la "Stlà", in dialetto ferrarese. 
Costruita nell'XI secolo quasi all'incrocio tra le attuali regioni Lombardia, Veneto ed Emilia, ampliata come struttura difensiva nel 1362, la roccaforte assume nel 1521 l'aspetto attuale in funzione anti.-artiglierie 
( soluzione curiosamente alternativa ai bastioni tondi, con la stessa prerogativa di deviare i colpi di bombarda): possiamo ammirarla ancora oggi immerso nelle boschine in territorio di Bondeno(FE)



mercoledì 3 giugno 2015

BASSANO DEL GRAPPA E IL SUO CASTELLO

Non è solo il ponte a rendere piacevole ed interessante Bassano del Grappa: le piazze armoniose, la chiesa gotica di San Francesco e sul punto più alto la torre minacciosa di Ser Ivano che annuncia la (addirittura)  doppia cinta muraria del castello degli Ezzelini (dinastia del secolo  XII-XII, imparentata con gli imperatori di  Germania, davvero poco raccomandabile, specialmente il N° III - detto da Romano).
Dopo attento restauro è nuovamente percorribile il camminamento di guardia superiore.
Bassano del Grappa declina a proprio modo la grazia armoniosa, gravida di profumi del Veneto, il gusto dei paradossi: come il Ponte più volte ricostruito identico, che pare medievale e invece è firmato Palladio, come la Parrocchiale gotica senza abside... O come la libreria - a pochi passi da S. Francesco - che ti apre un intero palazzo cinquecentesco al gusto della lettura, magari sulla terrazza affacciata al parco interno, magari al suono del concerto dal vivo che si sta tenendo nel salone di gala. Semplicemente, il luogo di cultura ( e non solo ) più sensazionale della Terra.