sabato 28 gennaio 2017

L'ABBAZIA SOPRA...L'ISOLA

Sotto il Monte c'è il Papa Buono ( e anche una rustica, robusta  torre di probabile origine longobarda ). Bene, saliamo in mezzo a lecci e castagni sulle pendici del monte Canto, raggiungiamo la frazione dal fresco poetico nome di Fontanella: a metà di un dolce declivio, nel silenzio così lontano e così vicino ai pullman dalle frotte dei  pellegrini di Papa Roncalli, ecco l'apparizione...
No, mica Giovanni XXIII, ma una commovente, minuscola, saporita testimonianza del Romanico Bergamasco, coronamento dei vicini gioielli degli Almenni ( S. Tomè in testa ).
Eccola, tra le fronde, l'Abbazia cluniacense di Sant'Egidio. Diadema di povera e sfolgorante arte, a dominare l'Isola tra Brembo e Adda.
S. Egidio in Fontanella - La rigorosa facciata a salienti ed il campanile centrale a mo' di tiburio
Alberto da Prezzate, Cluniacense vicino all'Imperatore, partì alla fine dell'XI secolo con l'avventura di questa piccola comunità, forse più eremo che abbazia, forse per questo tanto cara a Papa Roncalli che la visitava annualmente, e soprattutto al sacerdote poeta David Maria Turoldo, che dal 1964 la elesse a proprio luogo di riflessione, introspezione e creazione letteraria, e che qui riposa.
I rustici affreschi e i potenti capitelli dell'interno hanno un retrogusto sapido e deciso, una ruralità familiare come gli eccellenti taleggi o il bitto di queste parti: il sentore senese che la Città Alta sprigiona dal Gombito e dintorni, si stempera qui in un'aerea, morbida armonia da Casentino 2. E, come nell'originale, la scoperta di deliziose osterie dove consumare mistiche merende, è una sorpresa sempre dietro la prossima curva.

 




 

mercoledì 18 gennaio 2017

IL CASTELLO...ANIMATO

Altro che Muse Inquietanti...! Questa volta le Muse sono Scatenanti: la creatività, s'intende.  Il Castello Estense è divenuto anche un magnifico contenitore per eventi di fascino complementari alla grande mostra a Palazzo dei Diamanti ( Orlando Furioso 500 anni: cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi ).
Siamo a Ferrara ( fisica, non metafisica ), assistiamo in questi tempi ad un complesso di eventi culturali che onorano e fanno risplendere - come la strepitosa armatura da torneo in mostra - la tradizione umanistica di Ferrara, ancora autentico faro di civiltà letteraria, figurativa, urbanistica.
Il castello Estense con la sua imponente mole ( espansa nel giro di tre generazioni attorno alla Torre settentrionale, con il suo corredo di leoni in bassorilievo marmoreo ), è cerniera, perno politico, architettonico, urbanistico tra la Ferrara medievale e quella umanistica, e tra queste  ( con il loro corredo di vicoli a volti e storico ghetto ) e quella rinascimentale-erculea:
La mole del Castello Estense vista da Sud ( presso S. Giuliano)
con " le sue vie  piane, grandi come fiumane, che conducono all'infinito". Giochi di specchi, in grande scala sulla prospettiva illusoria di Corso Ercole d'Este, in piccola scala sotto le volte affrescate nel Castello, grazie alla trovata di  Gae Aulenti che ci permette di osservarne i soffitti, strabordanti di giochi antichi e grottesche, senza farci venire il torcicollo.
Soffitto con affreschi 500enteschi nel Castello: i cerotti proteggono i dipinti dalle conseguenze del terremoto 2012
Curioso come il Castello Estense di Ferrara sembri voler spiccare il volo, proiettato com'è verso l'alto sul colmo di un dosso che non si può non notare, in una città, in una provincia così poeticamente piatta ( Comacchio, quasi sotto il livello del mare, mica è tanto lontana... ).
E come se non bastasse, le altane di Girolamo da Carpi che trasformano le torri da minaccia militare anti-rivolta, in quattro specie di razzi puntati verso il mondo metafisico... Quello dove scorrazza Astolfo in groppa all'Ippogrifo, e Giorgio De Chirico gli chiede se può provare.
Davvero la "deserta bellezza di Ferrara" esprime nei suoi commoventi boulevard che si dipartono dal Castello verso una campagna che si sfuma in gamme di azzurrognoli e tenui gamme di verde...
"...La chiara sfera d'aere e d'acque ove si chiude la mia melanconia divina /musicalmente"

Le Muse Accattivanti ispirano l'azione di TeatrOrtaet ( uno specchio anche qui, nel nome ), che con le Visite animate® cambiano radicalmente il concetto e la fruizione delle visite ai luoghi chiave di tanta nostra storia: messer Ludovico Ariosto ( al secolo Carlo Bertinelli ) ci accoglie con affabilità da principe dell'invenzione letteraria, insieme a Isabella d'Este, Lucrezia Borgia e Alessandra Benucci ( interpretate da Alessandra Brocadello ) fan compiere a noi visitatori letteralmente un tuffo nella realtà storica e creativa del Furioso e del suo formidabile autore.
Isabella d'Este ( A.Brocadello) e Ludovico Ariosto ( C.Bertinelli) animano la visita al Castello Estense   
Un'occasione per scoprire e riscoprire questo scoppiettante approccio teatrale, collaudato e pur sempre innovativo, che TeatrOrtaet ripropone mensilmente ( prossime Visite Animate ® "L'ARIOSTO FURIOSO" il 25 e 26 febbraio 2017, "Ritratto di Lucrezia Borgia" il 26 marzo, sempre al Castello Estense ) con notevole, meritato successo.


 

mercoledì 11 gennaio 2017

META PICCOLA, GRANDE TESORO: CASTELLO FEDERICI A DARFO, PICCOLA PERFETTA MACCHINA DEL TEMPO

La nostra grande piccola meta di oggi forse - anzi, certamente - non ha bisogno della " magia addizionale" dei Mercatini di S. Ambrogio, ( pur suggestivi nella loro intima atmosfera così ben integrata agli ambienti ), per sprigionare il fascino autentico di una location come il Castello dei Federici. Parliamo di Gorzone, località un tempo strategica di Darfo, posta all'imbocco della Val di Scalve, a sinistra del torrente Dezzo.

Cortile superiore. Immagine: L.Milani - da "Il Castello Federici di Gorzone [op.cit.]"-fig.47, p.44

Un piccolo, commovente castello rurale e montano, con la pudica grazia tipica di questi luoghi: con elegante nonchalance esibisce una dopo l'altra le gemme dei portali ( binati ) duecenteschi, 

dei capitelli e delle colonne poligonali del (tardo) XIII° Secolo, contrapposte a quelle quattrocentesche del nuovo portico, faccia a faccia con la rara balconata lignea ( ricostruita fedelmente all'originale ), di gusto deliziosamente alpino. E una duplice corte, su due livelli, testimonianza architettonica delle vicende storiche di ampliamento, che non fa che aumentarne il fascino.

                                     

A proposito di Alpi: Gorzone di Darfo, grazie agli affreschi di casa Caffi-Vezzoli ora conservati alla Pinacoteca Tosio Martinengo a Brescia ( sei su dieci superstiti ), ancorchè deteriorati, ci narra nei modi trecenteschi una storia, dai contorni fiabeschi, di sei secoli prima. Protagonista Carlo Magno in persona, impegnato a reclutare -ed evangelizzare! - direttamente i feudatari della Valle, da quel momento Val di Cà Monica (  figlia di Alloro duca di Lovere ), prima di passare il Tonale e completare l'opera nelle valli tridentine...

Ed è grazie a Karolus Imperator, come tradizione vuole, che possiamo ammirare altre meraviglie come S. Maria Annunciata a Bienno ( dove l'augusta presenza imperiale s'impone negli affreschi, con tanto di scettro e globo), l'Assunta a Esine, S. Salvatore e S. Siro a Capo di Ponte, e tanto altro.

L'Associazione LOntàno Verde, che ringraziamo per le eccellenti visite al Castello Federici e per la cordiale collaborazione, organizza eventi ed itinerari con Gorzone come baricentro, e non solo, nei numerosi luoghi di grande interesse della Camunia. Saremo lieti di informarvi puntualmente su queste  proposte, sempre d'eccellenza.

Tutte le immagini tratte da: "Il Castello dei Federici di Gorzone-Guida Storico Artistica" a cura di Federico Troletti - Per gentile concessione