mercoledì 30 marzo 2016

SAN   GALGANO,
L'ABBAZIA,
LA SPADA NELLA ROCCIA

Già. Mica crederanno di averla solo loro, i Britanni di Cornovaglia, con le loro leggende di tavole rotonde e ragazzini che diventano re togliendola dalla roccia: la spada, of course. Qui invece, il nostro già cavaliere errabondo nonchè peccatore, si rompe dell'armatura e della propria vita, e la spada la pianta in un bel sassone color ambra ( anzichè nel torace di un avversario ): 

e anche lui cambia vita, a se stesso, ma anche a noi, almeno per il tempo di una permanenza presso l'abbazia ( scoperchiata da secoli ) dedicata a Galgano; e per il tempo di visita alla vicina chiesetta appena rialzata sopra un modesto poggio, scrigno del prodigioso brando-reliquia, incastrato nel calcare fin su all'elsa.
La chiesetta romanica originaria, custodia della spada

Ci cambia la vita respirare questo silenzio denso e ventoso, carico di misticismo e potenza della natura. Siamo nel Senese, non lontano dalla Cassia e da altri luoghi mi(s)tici, il Santo e Petriolo Terme, il Merse, l'Ombrone che viaggia argenteo verso l'Amiata. Eccolo qui, il cavaliere Galgano Guidotti vivente e cavalcante nel 1100, che sta per appendere le scarpe al chiodo
Galgano Guidotti, raffigurazione del 1300


( pardon, la spada alla roccia, che ne emerge solo con l'elsa, pensa che legnata gli dovette dare): lui ritirato a romitaggio, noi a seguire il festival musical-teatrale che ogni estate celebra nuovi rituali di culto tra i pilastri gotici della grande chiesa abbaziale, sotto il firmamento, che d'estate, da queste parti, è puro spettacolo.  Parola di Galgano.



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