Gira qua, gira là, il Garda promette e mantiene sempre. Per chi lo ama come
ben riuscita simulazione del mare, il nostro mare interno ( "Gardasee",
lo chiamano gli ormai pacifici invasori Sassoni ) snocciola sotto i nostri
occhi meraviglie di luce, d'acqua e vegetazione,
vini deliziosi, e sontuose memorie storiche - come e meglio di ogni terra
di passaggio, se non proprio di confine ( la Valvestino era Tirolo fino al 1918!).
Quindi, stupiamoci anche sulla luminosa sponda orientale, dove il sole lusinga
e fa scintillare il tuo spritz fino a tardi: ci aspetta una raffica di rocche scaligere,
ardite e severe ma accoglienti.
Partiamo dalla più settentrionale, alle pendici del Baldo, poco distante
dalle cascate del Varone: Malcesine, rocca piacevolmente adagiata presso
la riva lacustre, ospite di un ben allestito Museo di Storia Naturale del Baldo
e del Garda.
Sotto gli occhi bronzei di un Wolfgang Goethe, che in forma di busto con tanto
di celebre cappello preromantico a larga tesa, ci da' testimonianza del Grand
Tour come esperienza fondamentale e irrinunciable.
Il commovente aspetto del paesaggio italiano, dove la fatica per distinguere
l'indistinguibile, ( natura e intervento umano ) è gioiosamente travolta dalla
bellezza tout court, ha ispirato tutti i Wolgang ( Goethe & C. ) gli Henry
( Beyle/Stendhal & c.), che forse ( forse!!!) alle Maldive avrebbero magari...
....solo sbadigliato.
Nessun commento:
Posta un commento